Un romanzo per ragazzi ambientato in un motel: mi mancava! E che bella sorpresa!
Kelly Yang è una nuova e giovane voce della narrativa per ragazzi che con questo libro, primo di una serie, si è guadagnata subito numerosi riconoscimenti.
“Motel Calivista, buongiorno!” presenta una serie di ingredienti interessanti:
- È autobiografico: quella raccontata, infatti, è la personale storia d’infanzia della scrittrice
- Tocca temi importanti come il razzismo che acquistano un valore aggiunto perché narrati in prima persona, suscitando quindi una maggiore empatia nel lettore
- Si parla di migrazione con uno sguardo profondo capace, per esempio, di mettere in evidenza le narrazioni spesso volutamente distorte di chi lascia il proprio Paese e che, per non ammettere il fallimento del proprio progetto o dare preoccupazioni alla famiglia, nasconde le grandi difficoltà e le condizioni di miseria
- E poi sì, è un romanzo che non fa sconti sul tema della povertà, della precarietà del lavoro e anche su un concetto sottile e non semplice da cogliere come quello di classe sociali e di diverse aspettative a seconda della tua condizione di partenza.
Veniamo alla storia. Mia Tang è arrivata negli Stati Uniti dalla Cina. Ha appena 10 anni e non ha ancora ben colto i motivi che hanno spinto la sua famiglia a lasciare affetti e amicizie. Sente i genitori parlare di una generica speranza di libertà ma quello che la bambina vede e vive ogni giorno è la precarietà.
La famiglia di Mia si barcamena alla meglio e all’ennesimo lavoro cambiato si ritrova a gestire un motel con a capo un cinese come loro, ma dal cuore avido e molto incline allo sfruttamento.
Non fatevi ingannare dalle premesse. Il romanzo è tutt’altro che cupo perché a brillare sono la personalità e la tenacia della piccola Mia. Nonostante la sua giovane età si mette dietro il bancone della reception e fa di tutto per essere d’aiuto a suo padre e sua madre.
La gestione del motel ben presto si rivela più complicata del previsto ma al tempo stesso diventa per Mia una piccola famiglia grazie alla presenza dei settimanali, persone che si prendono a cuore la bambina e la sua aspirazione a “scendere dalle montagne russe”.
Ovvero riuscire a vivere con maggiore tranquillità senza l’ansia della povertà e di perdere il lavoro.
Mia inizia anche una nuova scuola e subito si manifestano le differenze tra i suoi coetanei. Forse non è un caso che la sua amica più stretta sia un’immigrata come lei, arrivata dal Messico con i genitori.
Il romanzo ha anche un’aspirazione sociale molto forte perché la famiglia di Mia decide, a suo rischio e pericolo, di accogliere immigrati clandestini le cui storie di sfruttamento e paura diventano per la bambina (e il lettore) profonda occasione di riflessione.
La giovane protagonista riversa tutto questo nella scrittura, anche in una lingua diversa dalla propria dimostrando a se stessa e alla madre in primis che lei può essere uguale ai suoi coetanei americani.
"Motel Calivista, Buongiorno" è davvero un libro raro, fresco e al tempo stesso capace di gettare luce su ombre molto ben radicate. Significativo a questo proposito il passaggio in cui uno dei settimanali viene accusato del furto di una macchina solo perché nero, rivelando così la radicata convinzione razzista che ancora pervade il contesto americano (e non solo quello).
La grande spinta del libro poi è proprio quella che lascia passare Mia.
Che non è un generico “Se vuoi puoi” perché qui, alla fine di tutto, chi riesce è chi ha saputo fare rete in un quadro, quindi, di grande solidarietà collettiva.
Capace di dare uno schiaffo al problema dell’individualismo che ormai pervade la nostra società.
MOTEL CALIVINISTA, BUONGIORNO!
Kelly Yang - traduzione di Federico Taibi
Emons Raga 2023
ISBN 9788869866388
Da 11 anni