Amo la scrittura e le scelte narrative di Chiara Carminati.
Mi piace il suo modo di portare l’attenzione su eventi poco conosciuti o trascurati, il desiderio di puntare il riflettore su vicende del nostro passato in cui la Storia s’intreccia alle storie di uomini, donne, bambini e anche animali.
Lo aveva già fatto con “Fuori fuoco”, che nel 2016 aveva vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi per la categoria 11+, scegliendo di raccontare attraverso immagini, diari e testimonianze una vicenda al femminile negli anni del Primo Conflitto Mondiale. Le donne erano, infatti, quelle che restavano “fuori fuoco” nel furore delle imprese belliche tutte maschili, come se fossero invisibili.
Chiara ha il dono di portare a galla le voci e ci riesce anche questa volta con il suo nuovo romanzo “Un pinguino a Trieste”, radicato in accadimenti realmente avvenuti come l’affondamento del Nova Scotia nel 1942 che trasportava centinaia di detenuti italiani nei campi di prigionia in Eritrea.
Tra loro risultava imbarcato anche il padre di Nicolò che vive a Lussino, un lembo di terra conteso tra Italia e Jugoslavia, cresciuto dai nonni, e poi spinto verso Trieste, accudito dallo zio Franco e dalla bella sarta Irma, per poter continuare la scuola.
Ha solo 15 anni Nicolò e sente che suo padre, che si crede morto nell’affondamento, sia in realtà ancora vivo. Se ne convince a tal punto da decidere d’imbarcarsi di nascosto come piccolo di camera sulla motonave Europa, un colosso da undicimila tonnellate diretto in Sud Africa dove il bambino è convinto sia suo papà.
È la fine di marzo 1953 e lui salpa verso l’ignoto, senza sapere nulla della vita di mare e adattandosi al ritmo di bordo, tra aperitivi da servire e un’ospite con occhi verdi, capelli di cannella e lentiggini come miele con la quale condividere un pezzo del viaggio e la storia della propria vita.
Sì, è un romanzo d’avventura e anche di crescita perché in quei mesi di traversata Nicolò cambia moltissimo. Per la prima volta solo con se stesso, si mette alla prova, sfida le sue paure e dimostra quanto può essere forte un cuore che batte colmo di speranza.
Già, in questa storia c’è anche un pinguino. Me li ricordo anche io dal mio viaggio di nozze che ha toccato alcune delle tappe di Niccolò!
Ed è un pinguino realmente esistito. Marco, così fu ribattezzato, venne davvero imbarcato di nascosto sulla rotta di ritorno dell’Europa e trovò casa e accoglienza nell’acquario di Trieste dove visse fino al 1985.
C’è anche lei in questo romanzo. Una città sull’acqua e di confine che mi ha fatto venire in mente l’albo “La mia città sul mare” di Joanne Schwartz e Sydney Smith pubblicato da
Pulce Edizioni
. Storie diverse quelle dei due giovani protagonisti ma entrambe in un certo senso legate dalla figura del padre e dal destino complicato e pericoloso che attende quest'ultimi.
UN PINGUINO A TRIESTE
CHIARA CARMINATI
BOMPIANI 2021ISBN 9788830102842
DAI 10/11 ANNI
Un pinguino a Trieste
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